Secondo i soccorritori, i due alpinisti italiani sono stati trovati abbracciati, in quello che potrebbe essere stato un ultimo tentativo di ripararsi dal freddo. Le temperature, che durante la loro permanenza in quota hanno raggiunto i -15 gradi, unite ai forti venti fino a 150 km/h, hanno rallentato le operazioni di ricerca. “Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di morire congelati”, questa la loro ultima comunicazione, avvenuta circa 70 ore prima del ritrovamento. Il pomeriggio del 10 settembre, con il miglioramento del tempo, gli elicotteri della gendarmeria hanno ripreso i voli, portando al ritrovamento dei corpi.
Andrea Galimberti, ingegnere laureato al Politecnico di Milano, era un appassionato di alpinismo con un curriculum di tutto rispetto. Oltre ad essere un esperto scalatore, aveva completato numerose ascensioni sulle Alpi, comprese 62 cime sopra i 4.000 metri. La sua passione per la montagna era evidente anche sui social, dove condivideva le sue avventure. Solo pochi giorni prima, aveva raccontato con entusiasmo la sua ultima salita sul Matterhorn, definendola “la più bella salita in alta quota di sempre”.
Sara Stefanelli, anche lei un’appassionata di montagna, aveva affrontato diverse sfide accanto a Galimberti. Entrambi condividevano il gusto per l’avventura e l’amore per le vette alpine.