Elon Musk, con il suo progetto Starlink, ha portato internet in una delle aree più isolate del mondo: l’Amazzonia. In particolare, la comunità Marubo, che ha vissuto per secoli in isolamento, ha visto le proprie abitudini e la propria società stravolte a distanza di nove mesi dall’arrivo della tecnologia.
L’introduzione del web ha offerto numerosi vantaggi ai Marubo. “Da questi schermi si apriva un mondo a noi sconosciuto. Come le chat con i propri cari lontani e la possibilità di chiedere aiuto in caso di emergenza,” ha raccontato Tsainama Marubo, una delle anziane del villaggio, di 73 anni, a due cronisti del New York Times.
Tuttavia, insieme ai benefici, sono emersi anche problemi significativi. La popolazione ha iniziato a dipendere sempre più dai telefonini, con effetti negativi sul loro stile di vita. “Sono diventati pigri. Non parlano, non lavorano, non si muovono. Sono come imbambolati. Scorrono le immagini, leggono con il traduttore, navigano ore e ore immersi in un coma che spaventa,” ha spiegato Tsainama Marubo.
Il web ha permesso ai Marubo di connettersi con il mondo esterno e di usufruire di informazioni prima inaccessibili. Tuttavia, ha anche introdotto la popolazione a vari pericoli del digitale, come chat di gruppo piene di pettegolezzi, videogiochi violenti, truffe online, disinformazione e pornografia. “Internet per noi è stato come un terremoto. Non abbiamo avuto il tempo di capire, studiare, imparare a usarlo,” ha affermato la 73enne, evidenziando il rapido e spesso disorientante impatto della tecnologia.
Nonostante le difficoltà, Tsainama ha ammesso che ormai non si può più tornare indietro. “Per carità, ci sarebbe una rivolta. Supereremo anche questa. Ma non toglieteci Internet,” ha concluso.
Questa situazione riflette il doppio volto della tecnologia: da un lato, offre incredibili opportunità di connessione e crescita; dall’altro, può portare a nuove sfide e problemi, specialmente in comunità che non hanno avuto il tempo di adattarsi gradualmente.